Chi ha detto che l’arte contemporanea non può incontrare il gusto classico? Mille motivi per ricredersi potranno essere raccolti lungo l’itinerario della mostra del noto artista, architetto e designer Riccardo Dalisi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, a cura di Angela Tecce, in esposizione fino al 27 febbraio.
Leitmotiv della rassegna è il confronto-contrasto tra le imponenti statue della collezione Farnese del Museo, e le figure stilizzate, a tratti filiformi, delle opere di Dalisi. “Vincendo il Tempo” è la dose di shock culturale di cui ognuno ha bisogno: abbracciare il senso di familiarità del passato, e allo stesso tempo poter osservare la distanza che intercorre tra l’antico e il contemporaneo.
Il design ultrapoverissimo incontra figure antiche, come la Madonna orante, composta di latta, rame ed altri metalli, in contrasto nella sala con il gruppo scultoreo di Armodio ed Aristogitone, o come le originali creazioni in 3D che ripropongono le antiche pitture vesuviane, o il dittico in mosaico, che riflette l’iconografia degli affreschi pompeiani.
Le sculture in rame, ottone e verde rame intitolate “Cave canem”, “Ulisse” e “Pompei” dimostrano come ancora nel terzo millennio l’immaginario classico nutra l’arte contemporanea, creando un ponte con l’antico, adesso non più così lontano, ma reso più nitido grazie ad un comune sentire: secondo Dalisi, infatti, anche nel XXI secolo esistono eroi e cavalieri, ma sono fatti di ottone, rame, talvolta aerei, con lo stesso sguardo antico di chi riesce a fissare l’orizzonte senza cadere.
Riccardo Dalisi ci mostra ancora una volta qualcosa di nuovo, ancora, attraverso i suoi occhi, scopriamo un nuovo mondo che credevamo di conoscere già.