Economia

Napoli, modello Draghi per il nuovo sindaco

Le proposta dalla società civile. Enrico Auricchio: “Un tecnico neutrale per far risorgere la città”

Tornati dalle vacanze, le seconde dell’era Covid, i cittadini di Napoli si troveranno a dover scegliere il loro primo cittadino. Iniziamo dunque ad analizzare proposte e scenari possibili sulla figura ideale del prossimo inquilino di Palazzo San Giacomo.

Il curriculum dell’autore

Enrico Auricchio, imprenditore napoletano con lunga esperienza alla guida di importanti realtà in ambito sia pubblico che privato, propone la sua ricetta per il “governo” della città.
Presidente, per anni, del prestigioso Conservatorio “San Pietro a Majella”, Auricchio, nel proprio curriculum vanta anche una lunga permanenza negli Stati Uniti d’America, dove ha creato e gestito un’ampia rete di vendita nel progetto di consolidamento del marchio “Auricchio” e la partecipazione attiva nel sociale con il sostegno ad iniziative e progetti filantropici per i giovani in difficoltà nella città di Napoli.

La ricetta per la rinascita della città

Mi rivolgo a coloro che amano la citta di Napoli e la vogliono di nuovo vedere ai livelli eccellenti di quando era capitale del Regno delle due Sicilie.

La gestione del potere

Io penso che, purtroppo, esista una larga fetta di napoletani che hanno il potere e la gestione di molti settori chiave (politico, commerciale, industriale, dei trasporti, delle costruzioni, etc) che non vogliono realmente che questa città risorga. Vogliono, probabilmente, che Napoli resti nel limbo di una situazione facile da controllare e gestire, naturalmente da loro stessi.

Gli esempi del passato

Ho nella mia mente due esempi che reputo a dir poco emblematici, se ricordati oggi, a distanza di anni: nel 1980 la triste vicenda del terremoto e, nel 1990, l’organizzazione dell’evento dei mondiali in Italia.

In entrambe le occasioni arrivarono in città molti miliardi (di vecchie lire ndr) ma, come spesso è accaduto, furono gestiti da quei pochi “intimi” di cui ho detto sopra.

I fondi europei destinati al Sud, un patrimonio da gestire

Oggi con l’avvento sulla scena politica nazionale di Mario Draghi e con la possibilità, nei prossimi anni, dello stanziamento di 240 miliardi di euro per l’Italia (di cui, a quanto si sente discutere, pare che fino al 40 per cento potrà essere destinato al Sud), c’è un’occasione che non si può perdere.

La ricetta Draghi, un modello cui ispirarsi

E’ obbligatorio ed imperativo, però, che si sia noi napoletani a muoverci e chiedere al Governo centrale di aiutarci, anche a trovare le persone giuste per gestire questa importantissima ed esclusiva situazione.

In poche parole, la mia idea è di copiare il modello Draghi anche per la Città Metropolitana di Napoli.

Un passo indietro dei partiti

I partiti non possono entrare in competizione tra di loro facendo i loro ed esclusivi interessi, ma devono capire questa volta che c’è in gioco il futuro dei napoletani, dei giovani e di tutta la città.

Un passo indietro della politica potrebbe essere un passo avanti per la città che, in mano a un team di tecnici, lontani dalle logiche partitistiche, potrebbe avere maggiore libertà di azione e operatività.

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