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Nessuno tocchi Sebastian Vettel

Nessuno tocchi Sebastian Vettel

La “macchina” del fango, del parlar male, giudica chiunque.
Si legge – sui blog o sui social media – perfino che uno come Sebastian Vettel è “sopravvalutato”.
Questa frase, dal gp di Hockenheim 2018 è stata pronunziata troppe volte.
È davvero facile, per chi, magari con la qualifica del commentatore della domenica, giudica gli altri, anche i migliori.

I numeri di Vettel

Non importa se Seb all’età di 23 anni e 134 giorni sia il più giovane campione del mondo della storia della Formula 1.
Non interessa, se, come accaduto nel 2013, nessuno abbia vinto con così tanto vantaggio sul secondo classificato nel mondiale o se nessuno – oltre a lui – sia riuscito in una stagione a fare 15 pole position.
Troppi si sono dimenticati quel talento, così cristallino, che lo portò a vincere il Gran Premio d’Italia 2008, con una Toro Rosso, stessa Toro Rosso si badi, che non hai mai vinto né quando si chiamava Minardi né a distanza di 11 anni con gli investimenti generosi della Red Bull.

Davvero interessante poi, l’intenzione di sminuire quei 4 titoli mondiali, attribuendo alla Red Bull il ruolo di macchina invincibile come se non fosse invincibile la Ferrari di Schumacher, la Mercedes di Hamilton o la Mc Laren di Senna.
Dal gp Hockenheim 2018 è iniziato un periodo buio, innegabile.

L’analisi

Ritengo che prima giudicare con troppa severità l’operato degli altri, sarebbe opportuno, sostenere chi ha un talento, ammirare l’arte di chi la possiede e sperare che il fuoco che arde dentro alcuni campioni dello sport, come della vita, non si spenga.

Con l’augurio che con il gp di Hockenheim 2019 si rompa la maledizione, sarebbe opportuno portare più rispetto a chi ha vinto più di Prost.

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