Cultura protagonista nella cittadina umbra
A Spoleto, il 12 e il 13 luglio scorsi, si sono celebrati i cento anni dalla fondazione del Bauhaus. Un movimento artistico culturale, ma anche politico, costituito dai maggiori artisti tedeschi delle più varie discipline, e sorto dalle rovine della prima guerra mondiale (almeno diciotto milioni di morti).
Da scuola di architettura a movimento d’avanguardia
Nasce come scuola di architettura da un idea di Walter Gropius, ma si arricchisce di musicisti, pittori, scultori, uomini di cultura varia a cui viene affidato l’insegnamento e diviene quindi anticipazione della cultura moderna, dell’idea di un’espressione artistica multidisciplinare.
Il teatro
Nel teatro, non è più il testo a dominare la scena, bensì la contemporanea espressione di musica, immagine pittorica, movimento, scultura, scenografia, per produrre un’articolata fonte di suggestione.
Il programma
Il programma di Spoleto, in collaborazione con l’Akademie der kunste ‘ di Berlino e del ‘Teatro Nuovo di Udine’ ha presentato due rappresentazioni dal valore storico culturale eccezionale. Esse subito rendono l’idea della rivoluzione artistica creata dal movimento. Il ‘Balletto Triadico’ ( tre danzatori, tre sezioni, tre colori, tre forme geometriche sulla scena ) è la ricerca di una nuova forma di danza che si traduce e diviene altro: una nuova forma di espressione artistica.
I costumi
I costumi ( ricostruiti nel 1977 su documenti originali) dell’opera hanno e per la prima volta la peculiarità di limitare la piena libertà di movimento dei danzatori così da caratterizzarne il movimento; per mettere al centro della scena, non più l’uomo, ma qualcosa di più complesso, costituito anche attraverso la umanizzazione della tecnologia ( altra pre visione ricca di modernità).
La seconda rappresentazione ‘Quadri di esposizione’ è un progetto di Wassily Kandisky
L’immagine diventa teatro
L’immagine pittorica diviene teatro, con l’aiuto della musica e della tecnologia (del tempo).
Tele, pannelli, quadri, luci opere visionarie si susseguono, si incontrano, si alternano grazie ad apparecchi meccanici, manovrati da dietro alle quinte da giovani artisti nascosti.
Insomma i prodromi delle moderne installazioni artistiche dinamiche che possiamo oggi, dopo cento anni, trovare nelle più moderne gallerie o musei di arte moderna.
Poteva questo movimento essere compatibile e risultare gradito al nazismo Fosse stato almeno ignorato ? Nel 1933 viene sostanzialmente azzerato.
Perchè ora?
Ma perché parlarne ora? I produttori dell’opera vista a Spoleto ‘minacciano’ di non riproporla. Forse per la incompatibilità con il ‘ mercato dell’arte?
Chi ha assistito agli spettacoli di Spoleto è rimasto colpito non solo dalla straordinarietà dell’opera, dal valore storico artistico, e dalla piacevolezza della rappresentazione (forse il Balletto Triadico’ sarebbe potuto essere accompagnato da musiche più fluide) ma anche, dal momento finale in cui gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera, nascosti fino ad allora dietro alle quinte, da dove hanno mosso in sincronia quadri e pannelli, tirato funi e azionato marchingegni, hanno ringraziato e salutato il pubblico trasmettendo la loro gioia e il loro entusiasmo.
Entusiasmo contagioso
Entusiasmo contagioso trasmesso al pubblico con i loro sorrisi, la loro eccitazione per aver riportato in vita un’opera così antica, custodita a fatica nella memoria di esperti e specialisti eppure dopo cento anni, evidentemente così moderna e singolare.
Gioia, ottimismo e speranza, in un’epoca in cui ai giovani si rimprovera immobilismo e demotivazione.
E l’entusiasmo dei giovani, la loro gioia, vale la pena di ricordarli sempre; anche in apparente ritardo.